Li aspettavamo al varco i terribili e temibili ragazzi di Arese. Li abbiamo fronteggiati a viso aperto e, grazie a un JDL in forma spettacolare, li abbiamo tenuti sotto quasi tutta la partita. Ma alla fine la stanchezza ha prevalso, e sotto siamo andati noi.
Ma vediamo velocemente cos’è successo.
I Magnifici partono con il piglio giusto e, dopo un gol incassato e diverse parate importanti da parte del portiere, fanno 3 su 3 in superiorità numerica. Il secondo quarto rimane in equilibrio e I Magnifici si portano sul 4-2.
Il terzo tempo è quello che i ragazzi di Bordini devono sfruttare al meglio prima di crollare fisicamente, ma quello che succede sono continui cambi di fronte che vedono i coniglietti impattare 6 volte contro il portiere e subire un gol che accorcia le distanze e dà speranza ad Arese.
La partita si avvicina al termine e I Magnifici, che per tutta la partita non avevano mai lasciato il boa avversario libero di tirare, gli concedono spazio una volta. È il gol del pareggio. I coniglietti reagiscono, si svegliano, partono in controfuga ma, a fiato corto, sbagliano due reti fatte e diversi tiri dal perimetro dei 5 metri. A 40 secondi dalla fine il gol di Arese è una sentenza. Giusto o no, nello sport è più forte chi segna un gol di più. Ha ragione chi riesce a insaccare. E I Magnifici per due, lunghissimi, interminabili, tempi, non sono stati in grado di farlo.
Ora testa alla prossima gara.
Jacopo Di Lorenzo: 8.5. Man of the Match. Se qualcuno in cuor suo si è chiesto come mai Coach Bordini lo voleva in squadra dal ’96, domenica ha avuto la risposta. Riflessi felini e gambe leonesche. Un paio di brutte parole ma tanto, tantissimo cuore. Se I Magnifici hanno rischiato di fare punti domenica, lo devono soprattutto a lui
Francesco Carli: 5. Mai a suo agio durante i minuti di gioco, tira fuori delle mozzarelle dell’anno prima che non hanno né la consistenza, né l’odore, né tantomeno il sapore di quelle a cui siamo abituati. È tempo di prodotti freschi
Alberto Marengo: 6. Raddoppia e pressa. Riparte e copre. Spaventato dalle continue ripartenze avversarie, dimentica di inserire nel menu il suo piatto forte: la portata d’attacco
Daniele Fusto: 7. Nella prima parte di gara domina l’avversario guadagnando espulsioni e fornendo assist. Aiuta i compagni nei movimenti e, salvo una palomba inutile, non sbaglia mai. Nella seconda parte accusa la stanchezza e si fa ingabbiare dalla paura di attaccare da parte della squadra
Nicola Toma: 5. Gioca quanto necessario per farsi sbattere fuori continuamente dall’arbitro. Appare stanco e innervosito dall’esito della sua gara. La sua è un’assenza che pesa
Andrea Cruciani: 6. Utilizzato troppo poco per poter essere giudicato a dovere, non commette errori né convince il coach che questa è la sua partita. Va bene così
Gianluca Petti: 7. È tra i pochi a provarci senza paura. All’inizio va bene, poi non entra più, anche quando forse era proprio il caso di metterla. La sua esperienza e la sua visione di gioco, però, sono importantissime
Matteo Scarduelli: 6,5. Non è in buona forma e lo ammette. Ha il merito di aprire lui le danze e non perdere mai l’uomo. Solo un colpo di reni del portiere gli impedisce di consentire alla squadra di allungare sugli avversari
Davide Gandolfi: 5. Marcato alla perfezione, come il suo compagno di reparto, appare troppo poco palpabile e incapace di entrare nel vivo dell’azione. Male i controfalli in avanti
Luca Barbini: 6,5. Nella prima parte di gara è lui il mattatore. Dirige il gioco e la palla sembra dargli ascolto. Poi insiste nel rimanere eccessivamente nel perimetro di gioco e la mancanza di forma si fa sentire. L’esperienza è importante, ma una forma fisica buona altrettanto
Silvano Bertazzo: 6. È il secondo mancino su due a mancare completamente alla voce “tiri”. Quanto meno copre gli spazi e in superiorità si fa vedere bene
Andrea Genoni: 5. Servito poco e male, non trova occasioni valide. L’unica che ha vola via con una beduina in solitaria. Tempo di venire con costanza agli allenamenti
C- Dario Di Cesare: 6,5. Costretto a giocare ordinato, migliora a vista d’occhio tatticamente, non in fase realizzativa. Partita perfetta in difesa, pur aiutato da un raddoppio fatto in tanti casi più che bene
Coach: 6. Di buono ha la preparazione della partita e la lettura del gioco a partita iniziata. Di contro ha la mancata capacità di trovare soluzioni che tenessero unita la squadra nella seconda frazione di gioco, anche con una gestione più saggia dei cambi