Se nella gara di andata, i coniglietti portati da Coach Bertazzo entravano in acqua con il lumino di una speranza di fare una buona gara, spentosi già a inizio secondo tempo, quello che si è visto sul campo di Varedo, giovedì, ha raccontato completamente un’altra storia. Ha raccontato di una squadra che ha mostrato personalità, voglia di rivalsa e buone individualità, pur con tutte le fragilità che conosciamo. Dopo l’ottimo primo tempo finito sul 4-2 per i coniglietti, i Magnifici perdono terreno nel secondo e terzo quarto, che portano i ragazzi a iniziare l’ultimo tempo sul -1. Ed è proprio nell’ultimo quarto che succede di tutto. PN Milano è brava ad accelerare e portarsi, a 5 minuti dalla fine, a +3 sui coniglietti. Questi, però, non demordono e con Sosio prima e con Carli poi, vanno sul -1 a 30 secondi dalla fine. Serve un miracolo. Palla a PN Milano, zuffa al centro, espulsione a favore dei Magnifici. Gestisce Morelli che serve al centro per Binda: gol. 12 – 12. È qui che succede il cinema. Gli avversari sostengono di aver chiamato il time out prima dell’espulsione contro. L’arbitro e uno dei due giudici non hanno né visto né sentito. L’altro giudice dice di sì, che ha visto, ma che, nella confusione, non ha fischiato. Tira e molla e discussioni. Alla fine l’arbitro decide di dar credito a uno dei due giudici di gara e di annullare l’espulsione, il gol, e di tornare al time out. Rimaniamo senza parole. Con l’unica speranza, per amore di giustizia, che quel time out sia stato davvero chiamato prima dell’inferiorità numerica. Non lo scopriremo mai se non fidandoci di ciò che ci viene raccontato. E noi ci fidiamo. Consapevoli di aver perso la partita non per quel gol annullato nel finale, ma per gli errori fatti da noi durante la partita. Una cosa è sicura: siamo più vivi che mai.
Alberto Rossi: 5. È una partita in cui serve il guizzo vincente in diverse occasioni, ma fatica ad arrivare. Qualche buona parata ma si può e deve fare di più
Francesco Carli: 8. Man of the Match. Dopo averci fatto credere, in altre partite, di essersi adagiato al ruolo di attore comprimario, si prende la scena e, per la seconda partita consecutiva, tiene a galla I Magnifici a suon di gol. Pur con una spalla malandata, non rinuncia a entrare in acqua e a incidere come sa
Francesco Riganello: 5,5. Resiste alle provocazioni e dà il massimo. Manca il guizzo che l’ha portato, in altre occasioni, a rendersi protagonista del match.
Nicola Toma: 6,5. Pur in chiara carenza di fiato, riesce a mettere un gol importante e a servire Sosio un gioellino da spingere in porta. È carismatico e importante pur non in forma
Edoardo Morgante: 7. Altra partita in cui sale in cattedra e, oltre al gol, riesce a servire tre assist ai compagni. Lunedì lo saluteremo con le lacrime agli occhi
Luigi Sosio: 7. Quando è chiamato in causa riesce sempre a far pesare la precisione del suo mancino. Due gol fondamentali e un assist al bacio per lui
C – Filippo Morelli: 7. Gestisce tutte le situazioni con calma apparente pur avendo dentro il fuoco. Concede più del solito in difesa, tra cui un rigore dove aveva provato a mettere una pezza
Daniele Fusto: 7. È una furia di esperienza e agonismo. A perdere non ci sta e lo dimostra dall’inizio alla fine. Con il suo metodo, che non lascia spazio a interpretazioni. Prendere o lasciare. Il cuore non ti dice cosa fare, lo fa e basta
Luca Destri: 5,5. A fronte di una partita tendenzialmente buona, non brilla e, fatta eccezione per un ottimo pallone a Gigione, non incide come può
Marco Trabacca: 5. Gettato nella mischia in un ruolo non suo, quello di boa, getta il cuore oltre l’ostacolo, ma senza mai poter dire la sua
Alberto Celoria: 6. In crescita, dimostra grande solidità, anche quando si trova uno contro uno sui propri due metri. In attacco poco presente
Ambrogio Binda: 7. Apre e chiude le marcature (se solo non gli avessero annullato il gol da eroe). Bravo comunque nel salire alla ribalta in una partita davvero difficile
Mauro Libutti: 5. Giocate prevedibili non sorprendono avversari più che preparati tecnicamente e tatticamente. Non la sua partita
Coach Silvano Bertazzo: 6. Una partita difficile che, alla fine, decide di giocare puntando su una formazione e lasciando tanto in panchina altri. Decisione giusta? Decisione sbagliata? Difficile da giudicare. Ci ha provato, con senno